Sprofonda la Bocca Nuova dell’Etna
Era da parecchi mesi che la Bocca Nuova, uno dei crateri sommitali dell’Etna, aveva smesso di farsi “sentire”. Un silenzio, per certi versi, sospetto, per uno dei crateri etnei più attivi degli ultimi decenni. Ed infatti, il 10 Ottobre scorso un piccolo ma violento evento esplosivo è stato generato proprio da questo cratere. Da quel momento, il fondo della Bocca Nuova sta sprofondando, destando l’immediata attenzione di vulcanologi, guide ed appassionati della Montagna (vedi foto in evidenza, scattata l’11 Ottobre 2016 dalla Guida Vulcanologica Marco Ponte). Ma per capire cosa succede, ripercorriamo brevemente la storia di questo vivace cratere sommitale.
La Bocca Nuova è sorta nel 1968, sotto forma di piccola cavità incandescente (pochi metri di diametro), ubicata ad oltre 3100 metri di quota, sul fianco occidentale del Cratere Centrale dell’Etna. Questa bocca è stata intensamente attiva per una trentina di anni, fino alla fine del XX Secolo, quando ha assunto dimensioni rilevanti (300-400 metri di larghezza, con una profondità variabile tra 100 e 200 metri circa). Negli ultimi 15 anni la sua attività è progressivamente diminuita, limitandosi ad esplosioni di modesta energia ed effusioni laviche localizzate sul fondo del cratere.
Le ultime due eruzioni dell’Etna (Dicembre 2015 e Maggio 2016) hanno totalmente riempito l’interno della Bocca Nuova con almeno 4-5 milioni di metri cubi di lava. Come un’enorme lapide tombale, la lava ha, quindi, creato una piatta, brulla distesa nerastra (vedi foto qui accanto in basso, 10 Agosto 2016). L’esplosione avvenuta il 10 Ottobre ha rotto questo enorme “tappo” lavico che occludeva la depressione: la Bocca Nuova si sta progressivamente “craterizzando”, il suo fondo è già sprofondato per almeno 20-30 metri ed è in ulteriore, continuo, movimento. Un fenomeno fisiologico per un vulcano tanto attivo come è l’Etna, avvenuto già varie volte in passato. Ma perché sta avvenendo proprio adesso?
Il collasso della Bocca Nuova potrebbe essere connesso con la vistosa fratturazione che interessa da alcuni mesi l’intera area craterica sommitale. Si tratta del medesimo processo “estensionale” che ha generato la subsidenza (sprofondamento) del cratere Voragine (Giugno-Luglio 2016), seguito dall’apertura della piccola bocca degassante localizzata quasi sull’orlo orientale della stessa Voragine (7 Agosto 2016).
E adesso… tocca alla Bocca Nuova: la pressione esercitata dai gas del condotto sottostante il tappo lavico che occludeva il cratere, congiunta alla diffusa fratturazione che interessa l’intera area sommitale del vulcano, hanno probabilmente causato l’evento esplosivo del 10 Ottobre scorso e la conseguente subsidenza del fondo craterico della Bocca Nuova, che adesso mostra al suo interno anche fratture incandescenti.
Marco Neri*
*Primo Ricercatore, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – Sezione di Catania, Osservatorio Etneo