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Crisi Petrolchimico, Cgil e Cisl rilanciano mobilitazione del 18 a Siracusa. Uil e sindaci a Roma

SIRACUSA – Il raduno alle ore 9 in piazzale Marconi, da dove il corteo muoverà per raggiungere piazza Archimede. Mobilitazione generale venerdì 18 novembre a Siracusa a difesa della zona industriale, che vive in apprensione per le ripercussioni di talune sanzioni dell’Unione europea alla Russia. Dal 5 dicembre infatti scatterà l’embargo del greggio russo via mare, un provvedimento che ad oggi metterebbe in ginocchio, dopo le raffinerie di Priolo (di proprietà dell’italiana Isab, controllata dalla svizzera Litasco, a sua volta controllata dalla russa Lukoil), l’intera zona industriale, che complessivamente coinvolge oltre diecimila lavoratori.

A presentare i dettagli della manifestazione, caratterizzata dallo slogan “Industriamoci insieme per costruire futuro”, i segretari di Cgil e Cisl di Siracusa, rispettivamente Roberto Alosi e Vera Carasi. Presente anche Rossana Magnano, coordinatrice della Consulta delle associazioni di categoria di Siracusa, e il sindaco di Siracusa Francesco Italia. La manifestazione attraverserà corso Umberto, piazzale XXV Luglio, corso Matteotti e si concluderà con la consegna di un documento al prefetto Giusi Scaduto.

In contemporanea, a Roma, al Ministero delle imprese e del made in Italy (Mise, secondo la precedente denominazione), si terrà il tavolo convocato dal ministro Adolfo Urso per trovare un percorso che sia risolutivo per le raffinerie Isab Lukoil, dopo la “Comfort letter” del Mef che non avrebbe ancora convinto le banche, timorose di eventuali sanzioni, ad aprire linee di credito che consentano allo stabilimento a Priolo di acquistare greggio non russo.

“Abbiamo accolto con cauto ottimismo la convocazione del tavolo tecnico al Mise, ma la nostra mobilitazione poggia su una piattaforma più ampia dove la vicenda Lukoil è solo una parte – afferma Alosi, riferendosi anche al sequestro del depuratore Ias per i reflui industriali – Il 18 novembre resta la data scelta per accendere i riflettori sull’intera economia di questa provincia”. “Il nostro non è uno sciopero contro, ma una mobilitazione “per” – sottolinea Carasi – e auspichiamo un ripensamento della Uil nelle prossime ore affinché l’unità sindacale resti valore imprescindibile per la salvaguardia del lavoro e di tutti i lavoratori. Abbiamo più volte ribadito, già dall’inizio, che la decisione di tornare in piazza è stata presa unitariamente dopo un’attenta analisi dello scenario complessivo di questo territorio”.

Il sindacato confederale si è infatti diviso sulla mobilitazione a Siracusa, quando la Uil, con i suoi vertici regionali, ha reso noto di ritenere “più utili altre forme di mobilitazione in considerazione della convocazione delle parti sociali disposta dal ministro dello Sviluppo economico per venerdì 18”, auspicando un “presidio dinanzi al ministero” a Roma. E a Roma, al tavolo ministeriale, ci saranno alcuni sindaci, relativamente al quadrilatero industriale, lo stesso sindaco di Siracusa Francesco Italia e il sindaco di Melilli nonché deputato regionale Peppe Carta.

Alla mobilitazione nel capoluogo aretuseo hanno aderito la Consulta delle associazioni di categoria di Siracusa (Confagricoltura, Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcooperative, Copagri, Legacoop, Claai e Cia), partiti politici (ieri l’annuncio del Pd, dopo quello di Italia viva), la Chiesa e anche il mondo della scuola. “È il momento di costruire insieme il futuro e – termina Alosi – di farlo in maniera responsabile e consapevole per evitare il default di questa provincia”.


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