Augusta, sindacati perplessi sulla vendita di Esso a gruppo algerino
AUGUSTA – Questa mattina si è registrata la clamorosa notizia, trapelata dalla stampa francese e poi in tempi record ufficializzata dalle parti interessate, della vendita della raffineria Esso di Augusta alla compagnia petrolifera algerina Sonatrach (vedi articolo). Un fulmine a ciel sereno per i sindacati, dichiaratisi totalmente all’oscuro dell’operazione.
È stato emesso un comunicato congiunto dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil e di Filctem, Femca e Uiltec.
“A distanza di tre anni dalla vicenda Sk Capital, la zona industriale di Siracusa potrebbe ripiombare nuovamente in quella condizione che tenne molti lavoratori col fiato sospeso per parecchi mesi – scrivono – Questa volta però non c’è una volontà di vendere i propri asset, ma anzi c’è la certezza che ciò sia già avvenuto. Infatti la Esso italiana con una mossa che sorprende tutti e senza che vi sia stato mai nessun accenno alla volontà di cedere la raffineria di Augusta, stamattina ha rappresentato alle Organizzazioni sindacali e le Rsu, in una riunione romana che era mascherata da un altro ordine del giorno, l’avvenuta vendita dello stabilimento di Augusta agli algerini di Sonatrach. La stessa notizia veniva data, irrispettosamente e in barba a qualsiasi osservanza di consolidate e durature relazioni con la popolazione aziendale, dal presidente della società, affrettatosi ad anticipare tutto, in assenza delle rappresentanze sindacali”.
“Come sindacato territoriale – proseguono i segretari generali – riteniamo prematuro esprimere qualsiasi giudizio sull’opportunità di carattere industriale e strategico di questa operazione. Invece stigmatizziamo il comportamento dei dirigenti aziendali sull’eccesso di riservatezza di tutta questa operazione che, proprio per le modalità con cui è stata condotta, risulta sospetta. A tal riguardo ci siamo da subito attivati anche in raccordo con le segreterie regionali e nazionali per avviare tutte quelle azioni necessarie a comprendere il perimetro, la portata e le ricadute di questa vendita, chiedendo intanto specifici incontri presso il ministero dello sviluppo economico. Riteniamo inoltre necessario, contestualmente al già dichiarato stato di agitazione e blocco dello straordinario, avviare un ciclo di assemblee nella raffineria. Crediamo inoltre che il disimpegno dalla nostra zona industriale di una multinazionale come la Esso, la quale ha accompagnato i processi di sviluppo industriale in questa nostra area in quasi 50 anni, non possa far disperdere un immenso capitale di rapporti e responsabilità verso il nostro territorio senza che vi sia stato una preventiva e assoluta condivisione del progetto”.