Cronaca

Avola, operazione antidroga “Gemini”, arrestate sei persone per traffico di cocaina ed eroina

AVOLA – Nella scorsa notte, a conclusione di indagini svolte dal commissariato di Avola e coordinate dalla Procura di Siracusa, ben quaranta unità della Polizia di Stato hanno eseguito la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro soggetti e la misura degli arresti domiciliari nei confronti di altri due. Sono indagati a vario titolo per l’ipotesi di reato di “produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti o psicotrope”, aggravato dalla contestazione che in concorso tra loro avrebbero organizzato relativa attività di approvvigionamento, suddivisione in dosi e spaccio di cocaina ed eroina.

Secondo gli investigatori, i vertici della presunta organizzazione si servivano anche del contributo materiale e morale di terzi che materialmente cedevano al minuto lo stupefacente, assicurando la propria prestazione lavorativa illecita in fasce orarie predeterminate e percependo una remunerazione fissa giornaliera. Detta attività perpetrata in modo così continuativa e quotidiana ha dato vita a una “piazza di spaccio” in cui sono state riscontrare più di 150 cessioni giornaliere con conseguenti, ingenti profitti economici, stimati dagli inquirenti nell’ordine di diverse decine di migliaia di euro.

L’articolata attività investigativa espletata dal commissariato di Avola ha consentito di ritenere che la piazza di spaccio oggetto di indagine fosse sottoposta al controllo di due soggetti, in quanto uno avrebbe gestito lo spaccio di cocaina e l’altro l’attività di spaccio di eroina.

La cessione della cocaina sarebbe avvenuta, nelle fasce orarie diurne, attraverso un pusher di fiducia che espletava tale attività a fronte di un corrispettivo giornaliero e in ottemperanza alle disposizioni ricevute circa le modalità dello spaccio e l’eventuale possibilità di cessione a credito al cliente ritenuto affidabile. L’organizzazione risultava capillare e precisa in quanto il venditore “al dettaglio” avrebbe svolto la propria attività illecita nel piazzale delle case popolari, con l’incarico di smerciare lo stupefacente sul quadrante 8-20, domeniche escluse. Pertanto, secondo l’accusa, ogni mattina prelevava lo stupefacente da smerciare all’interno della palazzina adiacente, lo occultava sotto piccoli depositi di terra presenti ai bordi di un muro perimetrale ivi insistente, in attesa dell’arrivo degli assuntori, a cui cedeva repentinamente le dosi richieste. Parimenti, detto “servizio” era assicurato anche nelle fasce orarie notturne e nei giorni festivi, essendo l’attività gestita da altro soggetto appositamente impiegato per quel tipo di “turno”, facendo sì che fosse garantito l’approvvigionamento agli assuntori 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. L’organizzazione risultava essere pronta a fronteggiare anche eventuali imprevisti quale l’impossibilità lavorativa o l’arresto del pusher normalmente impiegato, facendo sì che la stessa mansione potesse essere svolta da altro soggetto di fiducia prontamente reperibile, edotto puntualmente delle mansioni da espletare.

La gestione del traffico di eroina, invece, era organizzata in maniera differente in quanto l’altro soggetto, in via prevalente, curava personalmente lo smercio, ricevendo gli assuntori in prossimità dell’uscio di ingresso della propria abitazione. Anche in questo caso, parimenti con quanto avveniva per lo spaccio di cocaina, veniva assicurata una possibilità di approvvigionamento per gli assuntori 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. In tale attività, sono stati appurati specifici contributi materiali apportati dalla moglie del soggetto, evidentemente del tutto consapevole dell’attività illecita.

Secondo le indagini, i due soggetti al vertice dell’organizzazione “avevano instaurato un vero e proprio “gemellaggio” finalizzato a realizzare, nell’area prospiciente la loro residenza, un luogo atto a richiamare i tossicodipendenti non solo locali ma di tutta l’area centrale e meridionale della provincia aretusea”.


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