Floridia, la scrittrice Stefania Germenia presenta il libro “I viaggi di Penelope”
FLORIDIA – E’ stato presentato nei giorni scorsi il libro della professoressa e scrittrice Stefania Germenia dal titolo “I Viaggi di Penelope”.
“Scritto durante il lockdown, questo romanzo è stato il mio angolo di bellezza quando tutto era cupo – dichiara Stefania Germenia -, triste e incerto. In quei giorni di chiusura è nata in me l’urgenza di viaggiare, anche solo con la penna e con la mente. Così sono partita con Penelope e le sue amiche. “I viaggi di Penelope”, edito nella collana “ Nuove voci” del Gruppo Albatros. Il Filo (Gennaio 2022), racconta le tappe di un lungo, variegato e variopinto percorso di vita di una donna, dall’impegnativo e metaforico nome mitologico, ormai anziana, errante cittadina del mondo e coraggiosa abitante della vita. Penelope consegna i suoi racconti di vita a Beatrice, donna e scrittrice siciliana, al giro di boa dei quarant’anni, partita dal suo scoglio isolano e approdata a Parigi, unica tappa a lei nota di un viaggio alla ricerca di una libertà interiore ormai offuscata, quasi perduta durante un decennio vissuto banalmente. La “ville lumière”, con i suoi luoghi d’arte, i quartieri pittoreschi e le tradizioni popolari, fa da cornice all’incontro, non casuale ma sapientemente orchestrato e fortemente voluto da Penelope, fra le due protagoniste e altre figure femminili, Ameena ed Elettra. Così, fra luoghi dell’anima parigini, da un abbaino di Montmartre al mercato di Les Enfants rouges, dalla casa di Toulouse-Lautrec alla Senna, Penelope, con i suoi racconti di viaggio, tesse le fila dei destini delle sue tre amiche, fino a quel momento estranee fra loro”.
“Esse scoprono di essere profondamente diverse – aggiunge la scrittrice floridiana -, per età anagrafica e percorsi di vita, ma accomunate da passione, dedizione, capacità di accogliere e ascoltare gli altri e di lottare per la propria libertà di agire, di essere, di vivere a pieno il loro itinerario terreno. Quello di Penelope è un viaggio doppio, su binari paralleli. I suoi racconti di vita hanno un’ambientazione in luoghi fisici da lei visitati e abitati in alcuni momenti storici significativi del XX e del XXI secolo. Il binario parallelo corre dentro di lei, in un nostos continuo e quasi ciclico sull’onda del “Panta rei” di Eraclito. Penelope, descrivendo a Beatrice cosa significhi per lei la sua mansarda a Montmartre, dice: « Sai già di me che sono una viaggiatrice errante ma amo tornare in questo luogo per rifugiarmi, lasciar decantare emozioni ed esperienze che accumulo durante i miei vagabondaggi dei quali amo portarmi dietro una memoria fisica, un simbolo che non mi renda mai dimentica e che continui a graffiarmi l’anima». La protagonista è una donna empatica, mai paga di bere dal calice della vita per inebriarsi di bellezza. Ama l’arte in tutte le sue forme e declinazioni, è coraggiosa, non fugge le tempeste della vita ed il suo gusto preferito è il dolceamaro di fatti ed eventi che la travolgono e dai quali lei rinasce sempre. Viaggiare, fare nuove esperienze, amare sé stessa per restituirsi agli altri, accoglierli ed aiutarli, questo il suo credo, un’esigenza irrinunciabile ma, allo stesso tempo, una scelta obbligata per sentirsi viva. La sua irrequietezza non è disagio ma capacità di esercitare sempre e comunque la propria libertà e dignità di essere donna. Il nostos di Penelope rimane in fieri ma non senza aver compiuto una tappa importante. Con atteggiamento materno e con illuminata regia, crea un legame solidale ed empatico fra le sue tre amiche; deus ex machina le rende sorelle, complici, solidali fra loro, unite da un legame profondo solcato dal suo sigillo, anche in assenza fisica”.