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Floridia, mese della Pace, conferenza sull’enciclica “Laudato si'” organizzata dall’Azione cattolica della chiesa Madre

FLORIDIA – “Per sorella Madre Terra” è stato il tema della conferenza che si è tenuta nel salone parrocchiale “San Giovanni Paolo II” della Chiesa Madre di Floridia. L’incontro dibattito è stato organizzato dall’Azione Cattolica della Chiesa Madre e rientra nell’ambito del mese della Pace promosso a livello nazionale dalla Azione Cattolica Italiana.

intervento del presidente dell’Azione Cattolica Luca Cantone

Dopo i saluti del presidente dell’Azione Cattolica Luca Cantone il relatore Don Luca Gallina, parroco della Chiesa Madre di Francofonte, ha sottolineato che: “l’Enciclica Laudato Sì è datata 24 maggio 2015. Tra tutti gli scritti di Papa Francesco è quello meno letto, meno approfondito perché va a toccare dei temi che sono molti fastidiosi. Il fatto che l’Azione Cattolica attraverso le tematiche dell’anno, attraverso la Festa della Pace decida di trattare i temi della Laudato Sì “costringe” tutta la Chiesa Italiana a ritornare su quei temi che sono di fondamentale importanza. Noi abbiamo fatto tante discussioni sulla Evangeli Gaudium, ancora di più sull’Amoris Laetitia ma non abbiamo mai approfondito fino in fondo anche con quei toni l’Enciclica Laudato Sì.  Il metodo che utilizza Papa Francesco sono quattro passaggi: vedere, giudicare, agire e celebrare. Vedere, il cristiano vede la situazione odierna della nostra casa comune. Le analisi non sono fine a sé stesse. I dati statistici non sono fini a sé stessi. Noi abbiamo il dovere di vedere in quale situazione viviamo. Dopo aver visto possiamo giudicare, possiamo fare discernimento. La situazione di Floridia sarà tale da richiedere un discernimento particolare. Dopo aver fatto questo si può agire quotidianamente. Infine dice Papa Francesco noi dobbiamo sempre celebrare e mai agire prima di aver fatto discernimento e mai fare discernimento prima di avere tutti gli elementi chiari”.   Noi non parliamo di natura perché l’uomo pretende di manipolare la natura facendo esperimenti, gestendo, portando la natura verso i propri obiettivi”.

“Quando si parla di artificiale noi pensiamo a quel tentativo che l’uomo fa di possedere la natura, di gestirla, programmarla. Mentre quando parliamo di Creato ci riferiamo alla prima pagina della Bibbia in cui è Dio che ci consegna un progetto di salvezza compiuto dal primo al settimo giorno e da compiere durante tutto il corso della storia con la collaborazione dell’uomo che non si fa mai padrone ma sempre servo di questo progetto di salvezza. Noi parliamo di creato perché tutto quello abbiamo lo abbiamo ricevuto da Dio e sappiamo che lo dobbiamo restituire a Lui.  In realtà la Laudato Sì – aggiunge Don Luca Gallina” dice che noi viviamo tre relazioni: noi viviamo una relazione con Dio che è quella fondante che noi riceviamo il giorno del battesimo. Una relazione con il prossimo che è la possibilità che noi abbiamo di sperimentare Dio perché soltanto in una comunità noi possiamo fare esperienza di Dio. Relazione con la terra che è lo spazio vitale nel quale la comunità fa esperienza di Dio e quindi il singolo può incontrare Dio”. Dopo un’ampia relazione sulla Laudato Sì ha concluso affermando: “Floridia città giusta? È un titolo che pretende un altro tipo di risposta perché giusto vuol dire che è conforme alla volontà di Dio. Floridia sarà città giusta secondo, quello che abbiamo detto, se parteciperà al progetto della creazione con obbedienza ai ritmi di salvezza che vengono da Dio e non con la pretesa di manipolare e corrompere tutto con il peccato”.

 

L’Arciprete della Chiesa Madre Don Alessandro Genovese dichiara: “Stasera mi sento consolato su un aspetto che ho raccolto subito quando il Papa ci ricorda di una crescita nella sobrietà. “Siate sobri per godere con poco”. Mi piace che questo si realizzi a partire dalla nostra comunità. Sobrietà per fare vincere certe bellezze. Sobrietà che passano dalle nostre relazioni a sobrietà con i luoghi che abitiamo. E’ vero che dobbiamo vivere con sobrietà ma la spazzatura si butta. E si butta facendo la differenziata. Perché se non educhiamo i nostri ragazzi ad utilizzare la differenziata il rischio poi è che la piangeranno loro stessi. E si usa anche in Parrocchia. Nella casa grande (Parrocchia) dobbiamo trasmettere, preservare ciò che già i viviamo nelle nostre case perché la Parrocchia è famiglia di famiglie ma non solo come motto ma come concretezza di vita.  Se il ragazzo – aggiunge Don Alessandro Genovese – a scuola butta la carta nella carta e l’umido nell’umido perché in parrocchia non deve buttare la carta nella carta. Dobbiamo attrezzare perché ci sia questo. Allora queste forme di crescita nella sobrietà e penso che dobbiamo impegnarci tutti a realizzarla.  Da questo si evince che siamo famiglia altrimenti questo diventerà per i nostri ragazzi perché passerà nei nostri ragazzi che non stiamo trasmettendo quello che è una verità che scaturisce dal Vangelo che passa dal Magistero della Chiesa e che non realizziamo. Diventiamo non più educatori ma menzogneri perché quando poi dovremmo o si ritroveranno nella vita a fare i conti con certe verità non hanno ricevuto la verità da noi e siccome sappiamo che è la verità che ci renderà liberi di seminare, liberi di coltivare, poi il raccolto ce l’ha Dio. Mi auguro che venga fuori la vita di una comunità che cresca nella sobrietà. Pochi averi ma essenziali per avere l’annuncio del Vangelo. Questo edificio, questa casa, questi luoghi non servono a nient’altro se non ad essere strumento per annunciare il Vangelo. Questa è la sobrietà cristiana. Questo è quello che ci chiede la Chiesa nella magisteralietà del suo mandato che ha dato al Papa che ci chiede di fare. Allora cresciamo in questa sobrietà per essere cristiani liberi che sanno rapportarsi bene con il creato, che sanno rapportarsi bene con i beni della terra, che sanno rapportarsi nell’educare con gli altri a una buona semina di insegnamenti cristiani”.

 


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