Floridia, referendum costituzionale, le ragioni del Si e del No a confronto
FLORIDIA – La riforma Costituzionale è stato il tema di un dibattito che si è svolto nell’Aula consiliare “G. Spada” del comune di Floridia. Il dibattito è stato organizzato dal circolo “Impastato” del Partito Democratico e dai Giovani Democratici nell’ambito della festa dell’Unità che si è svolta nel fine settimana. Al dibattito era presente il sindaco di Floridia Orazio Scalorino.
A confronto le ragioni del Si e le ragioni del No. Un dibattito pacato, dove i relatori Roberto Di Maria, ordinario di diritto costituzionale presso l’Università Kore di Enna, e il prof. Roberto Fai, moderati dal dott. Gaetano Costa, hanno espresso le loro opinioni.
Il prof. Roberto Fai sostiene che bisogna votare No: “Per il modo e il metodo con cui questo dibattito sulla riforma della Costituzione si è avviato da parte del Governo, da parte di Renzi e Boschi pur in un governo innaturale che era quello che Renzi stesso ereditava dalla non vittoria diciamo del Pd, con presenza del NCD. Ma anche nel merito è una riforma pasticciata, è una riforma che non risolve i problemi fondamentali e per il metodo stesso politico. La carta Costituzionale che ne è venuta fuori in questa riforma è una sorta di riforma della Costituzione di minoranza di Governo quando nella storia delle costituzioni dal 900 in poi lo sforzo era quello di cercare una condivisione forte ampia nel paese. Purtroppo noi lo notiamo anche dai sondaggi, alcuni che dicono che il no è di alcuni punti superiore c’è un risultato incerto in cui il paese rischia di essere spaccato in due già è la conferma che una ferita è stata aperta. Allora – aggiunge Fai – dal punto di vista politico noi pur nei punti di vista diversi in cui lo schieramento del no esprime con più forza, con più soggetti. Per quanta riguarda sinistra Italiana ed una cultura della sinistra critica nei confronti delle scelte del PD è quello di un no che permetta di bloccare questa riforma. Questo non vuol dire che il governo si deve dimettere ma certamente far ragionare Renzi e la scelta del Pd attuale uno sforzo di comprensione con le ragioni degli altri. D’altra parte il fatto stesso che il combinato disposto fra la riforma costituzionale di Renzi e la legge elettorale Italicum fino a quando il Pd sembrava avere il 40%, sembrava intoccabile, dopo nelle amministrative allora quella legge non va più bene. Allora c’è un occasionalismo un atteggiamento opportunistico che non può essere condiviso e questo rende forte le ragioni del no per frenare e per neutralizzare una riforma che oltre ad essere pasticciata rischi di rideterminare confusione e una sorta di centralizzazione dei poteri dello Stato”.
Dall’altra parte il prof. Di Maria invece sostiene che: “Bisogna votare si perché è arrivato il momento di aggiornare il testo costituzionale alle esigenze che la partecipazione dell’Italia all’Unione Europea in un inserimento nel contesto economico-tecnico-globale richiede rispetto a un testo che era stato prodotto in un altro momento storico e che per quanto fosse adatto in quel momento storico oggi denuncia un po’ la sua età. I punti di forza sono il superamento del bicameralismo paritario. Abbiamo l’esigenza di un nuovo rapporto tra esecutivo e parlamento, di una maggioranza politica stabile che sostenga l’attività del governo altrettanto stabilmente sulla base di un programma votato dagli elettori. Ma anche di una esemplificazione del procedimento legislativo, ma soprattutto di una nuova partecipazione degli enti territoriali all’attività di Governo a livello centrale e questa sarà assicurata attraverso la rappresentanza delle regioni e degli enti locali soprattutto dei Comuni all’interno del Senato delle Autonomie”.