Floridia, una panchina rossa per dire no alla violenza sulle donne. Alla manifestazione presente la sorella di Eligia Ardita
FLORDIA – Un panchina di colore rosso in memoria delle donne vittime di è femminicidio stata realizzata in Piazza del Popolo a Floridia. L’evento si inserisce durante la inaugurazione della mostra “Anime Deturpate” organizzata dalla associazione Focus in collaborazione con la Misericordia di Floridia e l’associazione Pink House, patrocinata dal comune di Floridia.
Era presente anche il camper della Polizia di Stato. Alla manifestazione erano presenti il primo cittadino Gianni Limoli, l’assessore Marco Carianni, il presidente del consiglio Antonio Caccamo, la consigliera comunale Monica Infalletta, i rappresentanti delle associazioni su citate. Era presente pure Luisa Ardita sorella di Eligia Ardita insieme ai componenti della fondazione Eligia e Giulia Ardita. Erano presenti pure gli studenti dei tre istituti compresivi e del liceo scientifico. Presente pure l’On. Vincenzo Vinciullo.
“Noi siamo qui per rappresentare la Fondazione Eligia e Giulia Ardita che si prende l’impegno di tutelare le vittime di femminicidio. La fondazione – ci dichiara Luisa Ardita – è stata costituita per il diritto alla vita e non alla violenza di genere. Ringraziamo il Comune di Floridia e le associazioni che hanno portato avanti questa bella iniziativa perché oggi ricordiamo tutte le vittime di violenza. Io porto oggi la voce di mia sorella e di mia nipote e tutte le vittime di violenza e vogliamo sconfiggere il marcio che c’è in questa società che porta a alle violenze e che fra dieci anni ci ritroveremo a difenderci dal male che si cospergerà se non oggi prendiamo facciamo qualcosa per cambiare questo marcio che sta invadendo la serenità della persona stessa. Ci vogliono delle leggi – prosegue Luisa Ardita – più severe. In queste settimane è stato tolto il processo con il rito abbreviato per quanto riguarda i fatti più gravi. Ma io mi domando avete tolto il rito abbreviato solo per dei casi gravi ma quale caso non è grave. Quindi io chiedo va tolto totalmente perché è un usufruire di un premio per il carnefice di un diritto e secondo me non ha il diritto di usufruirne. Ricordiamoci che quando una donna muore abbiamo fallito tutti. Il carnefice quando toglie la vita ad una donna a un bambino, anche che se accade il contrario non c’è un premio da dare. Tuteliamo le donne, diamo delle sicurezze. Lo Stato dovrebbe mettere più leggi più severe e tutelare più le donne”.
Secondo Paolo Di Pietro dell’Associazione Focus: “ La nostra associazione essendo la parte maschile è quella che sta cercando di produrre verso gli uomini una sensibilizzazione dal fatto che la maggior parte delle violenza viene perpetrata da uomini. Tutte le associazioni femminili sono esclusivamente gestite da donne per le donne. Noi invece vogliamo sensibilizzare la parte maschile e portare nelle scuole e nelle famiglie il nostro messaggio semplice ed innovativo per tutta l’Italia”.
Roberto Rapaglià della Misericordia ci ha detto: “ Mi piace iniziare con “insieme tutto pesa la metà” che è lo slogan che la nostra Confederazione nazionale ha usato per la campagna iscrizioni. Quando questa associazione focus ci ha proposto la collaborazione contro il femminicidio e violenza sulle donne ci siamo trovati subito d’accordo a collaborare e informare chiunque partendo dagli studenti perché il femminicidio non debba più accadere. Da oggi saremo in prima linea per evitare questi brutte cose che accadono nella vita”.
“Noi oggi abbiamo sposato l’iniziativa con l’associazione punto focale – ci dichiara Cristina Sanzaro della associazione Pink House – e la Misericordia di Floridia anche perché siamo presenti da tre anni sul territorio e contrastiamo e combattiamo questo fenomeno da sempre. Siamo qui per dire no alla violenza sulle donne perché insieme si combatte e uniti si può cercare il cambiamento”.
Il sindaco Gianni Limoli nel suo intervento ha dichiarato: “Noi assistiamo ad una trasformazione delle coppie non c’è più un rapporto d’amore, non c’è quel rapporto incredibile che si viene a creare che ha come base il possesso da parte dell’uomo sulla donna. Le leggi che si fanno non possono mai risolvere il problema se noi non ci vediamo ogni giorno, se non scendiamo nelle piazze, se non manifestiamo, se non parliamo di queste cose. In particolare a voi – rivolgendosi agli studenti – perché questa situazione del possesso dell’uomo sulla donna si insinua nella nostra società, si insinua negli enti locali, si insinua nella politica, ecc. e diventa un luogo comune che l’uomo deve sovrastare e possedere la donna e questo non va bene”.