Melilli, “Ritorniamo al futuro” torna a chiedere le dimissioni di Carta. Appello a partiti e parlamentari
MELILLI – “Da oltre due mesi il comune di Melilli è privo del sindaco perché agli arresti domiciliari e come se nulla fosse accaduto l’amministrazione comunale continua nella propria attività”. In un comunicato congiunto i consiglieri comunali d’opposizione Salvo Sbona, Pippo Sorbello, Pierfrancesco Scollo e Concetta Quadarella (nella foto di repertorio), facenti parte del gruppo consiliare “Ritorniamo al futuro“, tornano a chiedere le dimissioni del sindaco, attualmente sospeso, Giuseppe Carta.
“Ci indigna, da melillesi prima e da rappresentanti politici dopo – proseguono i quattro consiglieri – il silenzio di tutta la deputazione provinciale, regionale e nazionale che fa finta di nulla, come se le recenti vicende giudiziarie non riguardassero un comune nevralgico della provincia. Melilli con le frazioni di Villasmundo e Città Giardino, è infatti un importante centro della zona industriale sul cui territorio ricadono numerose aziende che rappresentano il motore principale dell’economia locale”.
“Non si capisce – aggiunge il capogruppo Salvo Sbona e segretario comunale del Pd – perché quanto accaduto rimanga nella totale indifferenza di esponenti politici che hanno basato sull’onestà e la trasparenza la propria fede politica. Non vedo barricate da parte degli esponenti dei Cinque Stelle ma nemmeno da parte dei deputati del mio partito, il Pd. Purtroppo però la cittadinanza sta dovendo pagare un caro prezzo in termini di credibilità, di autorevolezza e di dignità. Quindi – conclude Sbona – nel totale silenzio della politica provinciale spetta a tutti noi uomini e donne che amiamo il nostro Comune alzare la testa e con forza chiedere le dimissioni del sindaco per liberarci da tale situazione di totale immobilismo che solo danno sta provocando all’immagine ed alla storia della nostra comunità”.
“Siamo garantisti – precisa la consigliera Concetta Quadarella – non solo perché lo prevede la legge ma soprattutto per cultura e responsabilità politica; tuttavia non si può non evidenziare l’immobilismo politico che da oltre due mesi caratterizza la nostra comunità oramai rassegnata all’ordinaria amministrazione ed al ruolo dì spettatrice piuttosto che dì protagonista attiva circa le problematiche e le scelte politiche che solo un’Amministrazione autorevole e decisionista può attuare riuscendo ad imporsi quale interlocutrice qualificata e credibile”.
“Per tale motivo – si conclude nel comunicato congiunto – chiediamo ad alta voce le dimissioni del sindaco, se non altro per il bene della collettività, ridando così alle Istituzioni prestigio, autorità e autorevolezza nella dialettica politica e consentendo al Sindaco di affrontare le sue vicende giudiziarie, su cui non ci permettiamo di entrare nel pieno rispetto degli organi inquirenti verso cui abbiamo la massima fiducia, con maggiore serenità evitando di trascinare con sé la comunità con le inevitabili ripercussioni politiche a danno di noi tutti”.
“Invitiamo infine – qui l’appello alla politica – gli esponenti di partiti e movimenti politici provinciali, regionali e nazionali a “battere un colpo” circa la situazione politica melillese al fine di manifestare apertamente i valori della legalità e onestà non solo politica, ma soprattutto etica, morale ed intellettuale”.
“Manca da mesi – aggiunge il consigliere Pierfrancesco Scollo – il rapporto di rappresentanza politica eletto-elettore che, come ci insegna Max Weber, rappresenta il cardine della democrazia. A ciò si aggiunga la mancanza di sevizi essenziali sia a Melilli centro, sia nelle frazioni di Villasmundo e Città Giardino sommerse da sterpaglie ed immondizia. Non si può più sopportare una situazione del genere! È ora di dire basta ad un immobilismo politico senza precedenti che sta portando la nostra comunità allo sbando più totale”.
“Non possiamo continuare a sopportare una tale situazione di totale immobilismo – conclude l’ex parlamentare regionale Pippo Sorbello – Melilli non può permettersi di avere un sindaco agli arresti ed una amministrazione allo sbando. Non si spiega, prosegue l’ex parlamentare, perché anche dopo la conferma degli arresti da parte del riesame il sindaco non decida di fare un passo indietro e da libero cittadino difendersi nelle sedi opportune, invece di tenere in ostaggio una intera comunità”.