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Noto, riapre il Museo civico archeologico dopo 35 anni. Direttore è Paolo Marini

NOTO – Dieci sale espositive, centinaia di reperti che vanno dall’età preistorica a quella medievale, due piani da visitare e zero barriere architettoniche: da ieri pomeriggio Noto ha ritrovato il suo Museo civico archeologico, allestito nei bassi del complesso monumentale del Santissimo Salvatore – Ex Monastero delle Benedettine, in pieno corso Vittorio Emanuele. Ieri l’inaugurazione, alla presenza del soprintendente di Siracusa, Salvatore Martinez e del direttore del Parco archeologico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai, Carlo Staffile. Da domani, lunedì 27 settembre, sarà aperto al pubblico.

“Dopo tanta fatica e il coinvolgimento di tante persone e tanti Enti – ha detto il sindaco Corrado Bonfanti – riapriamo un museo che è espressione ritrovata delle nostre radici. Un museo che aveva cominciato le sue attività nel 1965, per poi chiudere i battenti definitivamente nel 1986. Sono passati 35 anni, dunque. Ho la necessità e il desiderio di ringraziare tutte le persone che si sono impegnate in questo lungo lavoro collettivo: Sovrintendenza, Parco archeologico, professionisti e tante altre strutture intermedie che hanno reso meno difficile il percorso, oltre alle maestranze e alle ditte che hanno appaltato lavori e servizi. Non è stato facile, sia chiaro, perché c’è voluto un approccio delicatissimo a millenni di storia che solo figure competenti ci hanno permesso di ricostruire, con innesti legati anche alla nuova tecnologia che renderanno più avvincente la visita al Museo. E mi ritengo anche fortunato: se le elezioni amministrative non fossero state rinviate, non sarei arrivato ad inaugurare questa nostra creatura, il nostro Mucian”.

Noto ritrova dunque le sue origini, tra manufatti e oggetti risalenti a decine di campagne di scavi realizzate tra Monte Finocchitto e la Necropoli di Castelluccio, con l’epigrafe del Gymnasium recuperata a Noto Antica e i resti del santuario di Demetra e Kore dell’antica Eloro, la colonia greca sul mare. È un viaggio tra le origini di Noto, arricchito dalle ricostruzioni al computer e, al momento, anche da un cratere prestato dal Museo archeologico regionale di Siracusa “Paolo Orsi”.

“Avete fatto un bellissimo lavoro – ha commentato il soprintendente di Siracusa, Salvatore Martinez – all’interno di questo grandissimo contenitore, grazie anche alla sinergia dei vari enti coinvolti. Noi dobbiamo condividere spazi, per condividere il nostro patrimonio artistico ed archeologico che spesso finisce in capannoni nascosti e difficili da visitare”.

Prima del taglio del nastro e della prima visita alle sale, il sindaco Bonfanti ha presentato il direttore del Museo, l’archeologo netino Paolo Marini, egittologo, curatore e coordinatore delle mostre itineranti del Museo Egizio di Torino, con cui partirà presto una collaborazione, ringraziando un’altra archeologa netina, Laura Falesi, curatrice dell’allestimento del Museo, finalmente riaperto dopo 35 anni di inattività.

“Un pensiero doveroso – ha concluso il sindaco Bonfanti – deve essere poi rivolto a Gioacchino Santocono Russo, studioso di archeologia e artefice del primo Museo civico archeologico di Noto inaugurato nel 1965. Di Paolo Orsi, Luigi Bernabò Brea e Giuseppe Voza, non finiremo mai di esserne riconoscenti per averci restituito le nostre radici”.


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