Un’antimafia dei fatti e non delle parole, che non diventi un paravento per interessi personali. Un messaggio chiaro e concreto partito dall’aula della facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Messina. Mentre a Roma si riuniscono datati colonnelli, tra cui i siciliani Domenico Nania e Carmelo Briguglio, intorno alle solite velleità di ragionamenti autoreferenziali e stantii di persone che hanno fatto il loro tempo giocando con le sorti di un intero Paese, a Messina si sono infatti ritrovati in un’aula della facoltà di giurisprudenza i riferimenti di quella Destra della legalità e dell’antimafia, quella dei “fatti”, come il titolo del libro di Angela Napoli, che Nello Musumeci e Fabio Granata hanno presentato in un incontro organizzato dall’Associazione Morgana con il coinvolgimento della rete Res Publica Sicilia, realtà politico-culturale a tutela delle prerogative isolane e di quei valori non negoziabili su cui fondare una nuova classe dirigente. “Se siamo qui – dichiara Nello Musumeci, presidente della Commissione Regionale Antimafia, nel suo puntuale discorso agli studenti – è perché rivendichiamo il diritto alla credibilità che abbiamo costruito con la nostra vita personale”.
“Per molte persone che guidano la cosa pubblica nel mezzogiorno la presenza della criminalità organizzata è servita come alibi rispetto al loro fallimento sulle politiche di sviluppo – aggiunge Angela Napoli, già vicepresidente della Commissione Nazionale Antimafia, come lo stesso Granata dopo di lei -. Né si può pensare di fare antimafia a parole o di usarla come paravento per coprire i propri affari, come in Sicilia, e non solo, sta accadendo”. “Bisogna ritrovare il fermento dei primi anni ’90” – aggiunge Alberto De Luca, fondatore dell’Associazione Morgana e rappresentante di Res Publica Sicilia con Costanza Messina e David Migneco – che si ritrova nel discorso di Angela Napoli per l’Istituzione della Commissione Antimafia, simbolo di un mondo in cui la legalità era bandiera dell’azione politica e che difficilmente si può oggi coniugare con le storie e i volti riuniti a Roma per lanciare la ‘destra della terza repubblica’. Dovremmo tutti ricordare le parole di Borsellino – conclude De Luca – ‘Palermo non mi piaceva e per questo ho imparato ad amarla, perché il vero amore significa amare ciò che non piace per poterlo cambiare’ ed è questo che ognuno di noi è chiamato a fare, soprattutto i ragazzi.”
All’incontro, oltre alle rappresentanze istituzionali e universitarie, anche il messaggio del presidente dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Messina, Santi Trovato, che ha manifestato la disponibilità dell’Ordine a collaborare con l’Agenzia nazionale sui beni confiscati alla mafia.
Res Publica Sicilia: “Un’antimafia dei fatti”
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