PRIOLO GARGALLO – “Crescono le imprese cresce il territorio” l’incipit di Diego Bivona alla presentazione, tenuta questo pomeriggio nella sede del Ciapi di Priolo Gargallo, del primo Rapporto di sostenibilità del polo industriale di Siracusa, che costituisce una assoluta novità per il territorio. Il lavoro di Confindustria Siracusa e delle dieci maggiori aziende dell’area industriale avvia un grande progetto di comunicazione, al fine di dare risposte ad una comunità che chiede informazioni e trasparenza. L’apertura al territorio e la raccolta di suggerimenti e osservazioni ha come obiettivo condiviso la crescita etica e sostenibile. Bivona nel suo intervento introduttivo ha lanciato un appello alla politica: “Un patto per la crescita che rimetta al centro le imprese e la politica industriale con una visione di medio lungo termine e quindi di futuro”. Al Governo regionale, presente con il presidente Nello Musumeci, il presidente di Confindustria Siracusa ha chiesto “maggiore attenzione, maggiore vicinanza a chi crea ricchezza e lavoro e un dialogo costruttivo costante per la crescita sostenibile del territorio”.
Il rapporto, presentato da Sergio Corso, vice presidente con delega alla Rsi di Confindustria Siracusa, esamina i dati del 2018 (rapportandoli ai dati del 2010 come termine di paragone) e contiene le tre macro-aree che costituiscono i cardini dei bilanci di sostenibilità delle aziende: “sostenibilità economica” (valori economici di impatto sul territorio), “sostenibilità ambientale” (dati di impatto sull’ambiente inteso nelle macro-aree aria, acqua, rifiuti e bonifiche), “sostenibilità sociale” (lavoratori, formazione, Hse, rapporti col territorio e liberalità).
I numeri presentati vedono un impatto economico di 12 miliardi e 200 milioni di euro di fatturato complessivo nell’anno 2018 (rapportabile al Pil di uno Stato come Malta), con tasse e imposte versate dalle aziende per 1 miliardo e 100 milioni di euro, investimenti realizzati nel 2018 per 256 milioni di euro, retribuzioni a dipendenti diretti per 230 milioni di euro e a quelli dell’indotto per 150 milioni di euro, fatturato corrisposto ai fornitori per 234 milioni di euro.
I benefici per l’ambiente nel 2018 rispetto al 2010 vedono una riduzione delle emissioni di CO2 del 23%, di NOx del 30%, di SO2 del 43% e di polveri totali del 52%. I consumi elettrici sono calati del 20%, le aree private contaminate che hanno avviato gli iter di bonifica rappresentano il 68% delle aree del Sin (Sito di interesse nazionale). La produzione di rifiuti è calata del 42%. Tutto ciò grazie ad “investimenti considerevoli delle aziende con adozione delle migliori tecniche disponibili (Bat) e sistemi di gestione sempre più innovativi”.
L’impatto sociale delle dieci aziende ha visto nel 2018 il “costante miglioramento dell’impegno per salute, sicurezza e tutela dei diritti dei lavoratori (3.039 i diretti e 4.300 dell’indotto) con 173 mila ore di formazione e 0,8 infortuni ogni milione di ore lavorate. Oltre 7 mila giovani coinvolti in iniziative socio-culturali e 3 milioni di liberalità al territorio, inteso come comunità locali e stakeholder per iniziative sportive, culturali etc. Sergio Corso ha parlato di “un rapporto che ha tenuto conto dei più aggiornati standard di rendicontazione per la Responsabilità sociale di impresa a livello internazionale” e ha lanciato “uno sguardo al futuro del polo industriale siracusano, agli investimenti possibili, alla transizione energetica, in collaborazione con le Istituzioni locali chiamate ad una responsabilità comune per il futuro delle nuove generazioni”.
Salvo Adorno, professore di storia contemporanea all’Università di Catania, ha tracciato l’excursus della storia industriale siracusana attraverso la metamorfosi dei tre attori fondamentali, l’industria, la politica e la comunità locale, mettendo in evidenza la differenza tra il contesto iniziale dell’insediamento dell’industria e quello attuale. “Emerge – ha detto Adorno – l’attuale frammentazione politica che porta alla mancanza di responsabilità decisionale, la nuova consapevolezza delle industrie sulle tematiche del rispetto e della salvaguardia dell’ambiente, la diffusa attenzione delle popolazioni alla questione ambientale rispetto all’iniziale slancio vero l’occupazione e il benessere economico”.
“In Confindustria – ha detto Rossana Revello, presidente gruppo tecnico Rsi di Confindustria, collegata in streaming – nel 2018 abbiamo presentato il manifesto “La Responsabilità sociale per l’Industria 4.0”, in cui si parla di adottare un approccio sostenibile che riguarda la strategia, la governance, l’innovazione nei processi e nei prodotti, facendo attenzione a tutti i portatori di interesse, dai dipendenti ai fornitori e alla comunità in cui l’azienda opera. I benefici per le imprese hanno ricadute importanti per attrarre investitori che leggono nelle performance Esg delle imprese il segno di una capacità di gestire le sfide e di generare valore nel medio-lungo periodo. Questo Rapporto del polo industriale di Siracusa dimostra i miglioramenti dal 2010 ad oggi dell’impatto sociale delle aziende dell’area industriale siracusana. E questo deve essere il punto di partenza per guardare nel modo giusto al futuro”.
È intervenuto anche Remo Pasquali, responsabile Hse Refining e Marketing di Eni, che ha affrontato il tema della transizione energetica secondo le linee tracciate dal Pniec (Piano nazionale integrato energia e clima).
(Nella foto di repertorio: polo petrolchimico di Priolo)