Siracusa, ex Provincia, nuova protesta dei dipendenti. Cisl: “Una legge salva-Siracusa”
SIRACUSA – “Una legge Salva Siracusa per evitare l’ennesima mortificazione per i lavoratori della ex Provincia regionale. Il governo Musumeci si attivi da subito per individuare, con somma urgenza, voci di spesa utili a risolvere il problema”. Tornano a chiederlo a gran voce il segretario generale della Ust Cisl Ragusa Siracusa, Paolo Sanzaro, e il segretario generale della Cisl Fp territoriale, Daniele Passanisi, all’indomani della nuova protesta avviata dai lavoratori del Libero consorzio comunale di via Roma.
“La Cisl ha attivato tutti i canali possibili – sottolineano nel comunicato congiunto i due sindacalisti – per risolvere un problema che rischia seriamente di far rinviare il pagamento degli stipendi al nuovo anno. L’incontro dei lavoratori con il presidente Musumeci, arrivato ieri a Siracusa, e la richiesta avanzata direttamente all’assessore siciliano all’Economia, Armao, dal nostro segretario generale regionale, Sebastiano Cappuccio, hanno evidenziato il grave disagio che si vive tra i lavoratori”.
“Il rischio concreto – aggiungono Sanzaro e Passanisi – è che, non accelerando una disponibilità di bilancio entro la fine di questo mese, le nuove somme, quindi gli stipendi, potrebbero essere pagati non prima di febbraio o marzo del 2020. Un rischio che non possiamo correre e che non possono correre le famiglie di questi lavoratori che stanno continuando ad operare, pur in condizioni estreme. Continuiamo a chiederci quale sia il senso di un Commissario, siamo già al nono, di un Ente che, al Tavolo Stato-Regione, non riuscì ad avere il peso e l’autorevolezza per ottenere i fondi necessari durante la loro ripartizione. Sarebbe auspicabile, invece, ridare all’ente quegli organismi democratici di rappresentanza vera del territorio”.
“L’audizione in commissione Bilancio all’Ars, fissata per martedì prossimo, dovrà necessariamente trovare una soluzione – concludono i due segretari generali – Crisi e responsabilità che abbiamo già abbondantemente evidenziato nel corso dell’ultimo convegno organizzato e che oggi devono essere superate per non ledere e mortificare i diritti sacrosanti di questi lavoratori ormai stanchi”.