Riceviamo e pubblichiamo per intero il comunicato stampa di Raffaele Grienti, consigliere di Circoscrizione Ortigia.
GRIENTI RAFFAELE: “Proprio qualche giorno fa ho avuto occasione di assistere ad una seduta del Consiglio Comunale avente oggetto la possibilità di intitolare l’aula Consiliare del Comune di Siracusa all’Avvocato Ettore Di Giovanni, scomparso appena l’anno scorso.
Inutile dire che, come al solito, si è assistito ad un inconcludente dibattito tra maggioranza e opposizione, dai toni alti e, a mio parere, poco consoni in merito all’argomento che si stava trattando.
In tutta onestà non sono d’accordo con questa proposta per due motivi, il primo è che l’aula Consiliare del Comune di Siracusa è già intitolata allo scrittore siracusano Elio Vittorini; il secondo è che così facendo si correrebbe il rischio di associare il nome e la memoria dell’Avv. Di Giovanni alla sola ed esclusiva figura politica, quando, invece, vorrei ricordare a tutti che non stiamo parlando soltanto di un brillante politico, ma di un uomo generoso e sempre disponibile con tutti, nonché un vero e proprio simbolo di lealtà, dedizione ed amore nei confronti della città di Siracusa.
Proporrei invece, all’amministrazione comunale di associare il nome dell’Avv. Di Giovanni più che alla politica alla città di Siracusa, magari intitolandogli una strada, una piazza o una area pubblica e non l’aula consiliare così come proposto da alcuni consiglieri comunali di cui apprezzo comunque il gesto.
Naturalmente so che per potere effettuare tale procedura bisogna aspettare almeno dieci anni dalla dipartita dell’Amico Ettore, ma non si potrebbe chiedere al Ministero per i Beni Culturali e Ambientali di autorizzare questo provvedimento in tempi molto più brevi? Magari deliberando all’unanimità in Consiglio Comunale e dopo la Giunta potrebbe fare da tramite con il Ministero.
Poniamo la figura di Ettore Di Giovanni per quella che in realtà è, ovvero non solo quella di eccellente politico, ma di difensore dell’ambiente, della legalità, della democrazia e del patrimonio artistico-culturale.
Spero che almeno il tentativo venga fatto, in caso non andasse a buon fine, forse, ci troveremmo un po’ più avvantaggiati per la procedura, qualora fosse necessario aspettare obbligatoriamente dieci anni”