Siracusa, il Teatro comunale torna agibile
SIRACUSA – Il Teatro comunale di Siracusa ha ottenuto stamattina la “piena agibilità” e, dunque, potrà tornare a svolgere la propria funzione. Dopo la lunga attesa per il completamento del restauro e in particolare dell’iter autorizzativo legato all’efficienza degli impianti, la commissione di vigilanza sui pubblici spettacoli ha dato il disco verde che consente alla città di tornare in possesso di un bene storico e architettonico di pregio e di un contenitore per la programmazione di eventi culturali di qualità. Lo si apprende da un comunicato stampa del Comune.
La commissione già oggi ha inviato l’incartamento alla Questura, cui spetta l’ultimo passaggio formale, cioè il rilascio della licenza di esercizio che dovrebbe avvenire nelle prossime ore.
L’agibilità è stata concessa per i 404 posti contenuti nella platea e nei palchetti. Stamani la commissione ha effettuato l’ultimo sopralluogo per poi stilare il verbale conclusivo alla presenza dei rappresentanti del gestore “Teatro della città”, che fa capo a Giorgia Torrisi (legale rappresentante) e Orazio Torrisi (direttore artistico).
“L’agibilità – si evidenzia nel comunicato stampa di Palazzo Vermexio – è arrivata dopo una serie di ispezioni effettuate soprattutto negli ultimi due mesi nel corso dei quali, in un clima di collaborazione, sono stati controllati tutti gli impianti per verificare il rispetto delle norme di sicurezza e l’efficienza in caso di emergenze”.
La costruzione del Teatro comunale risale al 1872 ad opera dell’ingegnere militare Antonio Breda, al quale si sono succeduti l’ingegnere Giambattista Basile e l’architetto Giuseppe Damiani D’Almeyda, autore del Politeama di Palermo. L’edificio occupa gli spazi che furono della chiesa e del monastero dell’Annunziata e del palazzo del principe della Cattolica. I materiali utilizzati per la costruzione furono gli stessi provenienti dall’abbattimento degli edifici sacri.
I dipinti furono realizzati da Gustavo Mancinelli, che è anche l’autore della volta centrale dal titolo “Dafne in un bosco popolato di ninfe”. Le decorazioni in gesso sono opera di Rocco Enea e Giuseppe Lentini. I fregi in legno e cartapesta sono di Giuseppe Nicolini.
Il Teatro venne inaugurato nella primavera del 1897, con la rappresentazione della “Gioconda” di Ponchielli e del “Faust” di Gounod. L’attività è durata circa sessant’anni. Fu chiuso per restauri nel 1957, dopo la rappresentazione de “Il Trovatore” di Verdi, de “La Boheme di Puccini, de “La Cavalleria Rusticana di Mascagni e de “I Pagliacci” di Leoncavallo. Fu poi utilizzato fino al 1962 per spettacoli di prosa.