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Siracusa, intitolata a Raffaello Caracciolo “sala verde” del Vermexio. Presenti ben 5 ex sindaci

SIRACUSA – Lo studio di rappresentanza del sindaco, la cosiddetta “sala verde” di Palazzo Vermexio, da oggi è intitolata a Raffaello Caracciolo, storico primo cittadino di Siracusa dal ’57 al ’65, più volte vice sindaco e assessore, ritenuto uno degli artefici della rinascita di Siracusa dopo la Seconda guerra mondiale.

La decisione è stata del sindaco Francesco Italia, che ha fatto apporre una targa all’ingresso della sala. Alla cerimonia hanno partecipato la vedova Irene Bordone, i figli Marco e Fabio assieme allo loro figlie Irene, Agnese, Rachele e Cristiana; assieme a loro, la nipote Simona Falsaperla, addetto stampa di Confindustria Siracusa.

Non hanno fatto mancare la loro presenza ben cinque ex sindaci, segnatamente Benedetto Brancati, Gaetano Bandiera, Franco Cirillo, Marco Fatuzzo e Titti Bufardeci, oltre all’assessore alla Cultura in carica, Fabio Granata.

La targa è stata scoperta dalle più piccole delle nipoti di Caracciolo: Rachele e Cristiana. La cerimonia, curata e aperta da Giuseppe Prestifilippo, è stata introdotta dall’esibizione di sette giovani violoncellisti della scuola media a indirizzo musicale “Paolo Orsi” che hanno eseguito “Viva la vida” dei Coldplay.

“Quello di oggi – ha detto il sindaco Francesco Italia – è un momento solenne onorare un amministratore che si è speso per la città e che ha lasciato in tutti un profondo ricordo. Un uomo che ha deciso di dedicare tutto il suo impegno alla politica con la P maiuscola nell’interesse della città”.

Le nipoti Irene e Agnese hanno invece voluto ricordare “nonno Lello” che hanno imparato a conoscere a fondo solo quando non c’era già più, la sua profonda fede cristiana l’amore per la città e i siracusani che continuano a ricordarlo.

All’ex dirigente comunale Rosario Sarcià, infine, il compito di ricordarlo come il sindaco che ogni mattina, in cima alla sua agenda giornaliera metteva le richieste e le segnalazioni dei cittadini per migliorare il decoro della città. “Una passione sociale – ha detto Sarcià – che gli veniva dall’educazione familiare e dalla profonda formazione politica”.


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