SIRACUSA – Il consiglio comunale di Siracusa non tornerà. Adesso è quasi certo. Lo ha deciso il Tar di Catania, che ha respinto il ricorso presentato da 17 ex esponenti del civico consesso aretuseo, sciolto a dicembre del 2019 per non aver approvato il bilancio consuntivo 2018 presentato dalla Giunta guidata dal sindaco Francesco Italia. Un clamoroso autogol che costrinse, in base alla normativa regionale vigente, Palazzo dei Normanni a dichiarare decaduto l’organo di indirizzo e di controllo politico amministrativo, inviando al suo posto un commissario ad acta per l’approvazione dello strumento finanziario. Il Tar ha confermato la legittimità dello scioglimento del consiglio comunale.
Ad appellarsi al tribunale amministrativo erano stati Ezechia Paolo Reale, Fabio Alota, Federica Barbagallo, Mauro Basile, Sergio Bonafede, Gianni Boscarino, Salvo Castagnino, Chiara Catera, Salvatore Costantino Muccio, Alessandro Di Mauro, Giuseppe Impallomeni, Curzio Lo Curzio, Michele Mangiafico, Ferdinando Messina, Tonino Trimarchi, Concetta Vinci e Franco Zappalà. Lo scorso 17 dicembre scorso si era svolta l’udienza nel merito e oggi i giudici amministrativi di Catania, si sono pronunciati. Nessuna sorpresa se si tiene conto che una settimana fa la sentenza era stata la stessa per il ricorso proposto da alcuni ex consiglieri comunali di Sciacca al Tar di Palermo per una vicenda molto simile.
Speranze ormai praticamente quasi azzerate per gli ex consiglieri comunali, che potrebbero rivolgersi al Cga e in ultima istanza al presidente della Regione, Nello Musumeci al quale potrebbe essere chiesto con un atto di forza, di prevedere il principio sulla irretroattività del ddl sugli enti locali appena approvato dall’Ars e che ha modificato la tanta contestata normativa in vigore. Il testo però non si applica ai casi precedenti ed è stato oggetto di un’aspra polemica tra le parlamentari regionali di maggioranza Rossana Cannata (Fratelli d’Italia) e Daniela Ternullo (Forza Italia).