Zona industriale Priolo-Melilli, presunta evasione fiscale di 4,3 milioni: sequestro per equivalente a società e due imprenditori
SIRACUSA – I finanzieri della compagnia di Augusta hanno eseguito un sequestro preventivo per equivalente di disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili, nei confronti di due soggetti ritenuti rispettivamente amministratore di diritto e amministratore di fatto e di una società operante nel comprensorio industriale di Priolo-Melilli.
L’attività trae origine da una delega della Procura della Repubblica di Siracusa nei confronti di una società attiva nel settore degli impianti di telecomunicazioni ed elettronici, a conclusione della quale è stato evidenziato l’inserimento nella dichiarazione Iva (anno 2017) di un presunto “credito inesistente”, ammontante a 3 milioni 564 mila euro.
Gli ulteriori approfondimenti, eseguiti anche con l’ausilio delle banche dati in uso al Corpo, hanno poi consentito di rilevare che la società attenzionata avrebbe acquistato, da una società cooperativa con sede nel milanese, fallita il 30 settembre dello scorso anno, crediti Iva per un ammontare di: 1 milione di euro, a fronte di un corrispettivo di 900 mila euro da pagare in 40 rate; 3 milioni 109 mila euro a fronte di un corrispettivo di 2.798.100 da corrispondere in 20 rate.
Il prosieguo delle investigazioni in capo alla Srl ha consentito di contestare alla stessa di aver contestualmente omesso il versamento dell’Iva dovuta per 425 mila 371 euro (anno 2016), accollando poi un debito Iva pari a 341 mila 356 euro (anno 2015) a un’altra società con sede a Roma, risultata essere secondo gli investigatori una “cartiera“.
Il Gip del Tribunale di Siracusa, pertanto, su conforme richiesta della Procura aretusea, ha disposto il sequestro di beni agli indagati a tutela delle ragioni dell’Erario, fino a concorrenza dell’importo di 4 milioni 357 mila 727 euro, riguardanti anche disponibilità liquide esistenti sui conti correnti bancari intestati alla società e agli indagati, beni immobili e mobili registrati e intestati agli amministratori di diritto e di fatto.
“Il ricorso allo strumento del sequestro cosiddetto “per equivalente” – si legge nel comunicato delle Fiamme gialle – rientra in una più ampia strategia operativa posta in essere dalla Guardia di finanza, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica, volta non soltanto a scoprire le violazioni fiscali, ma anche – in una prospettiva di maggiore concretezza ed effettività dell’azione del corpo – ad assicurare il reale recupero di risorse erariali illecitamente sottratte allo Stato”.
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